22/09/08

Carré de Malberg, "La legge espressione della volontà generale" (trad. it.)

Raymond Carré de Malberg, La legge espressione della volontà generale (1931), a cura di Marina Calamo Specchia, Milano, Giuffrè, 2008, pp. 320

Presentazione dell'editore: Nell'opera l'autore vuole dimostrare che il principio che la legge è espressione della volontà generale non è posto nelle leggi costituzionali del 1875, ma ha le sue radici nella tradizione rivoluzionaria ed implica che il sistema costituzionale della III Repubblica è la conseguenza logico-giuridica del sistema organizzato dalla Costituzione del 1791: ne discende la costruzione di una teoria gerarchica degli organi costituzionali che giustifica la posizione di primato in cui Carré colloca l'organo legislativo, il quale si esprime anche come organo costituente, rispetto al potere esecutivo, collocato nella posizione subordinata di autorità che esegue le leggi e dotato di un potere regolamentare, fondato sull'autorizzazione legislativa. La singolarità del pensiero di Carré de Malberg si coglie proprio nell'ambito del contesto storico e culturale in cui scrive, essendo uno dei pochi autori a ritenere il diritto costituzionale della Rivoluzione come fondamento dello Stato moderno: il suo pensiero riposa sull'idea che i rivoluzionari, specialmente i costituenti del 1789-1791, non hanno solo posto delle regole di diritto costituzionale, ma hanno scoperto i principi basilari dello Stato moderno. La particolare sensibilità storica e la sua attenzione alla ricaduta sociale dei fenomeni giuridici spiegano la sua concezione dinamica della sovranità e il suo metodo d'indagine assolutamente originale, il cd. "positivisme juridique".

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